Nessuna terapia preventiva è attualmente disponibile per il diabete mellito di tipo 1 (T1DM). Il 90% dei soggetti T1DM non ha familiari affetti dalla malattia e, di conseguenza, la prevenzione primaria del T1DM nella popolazione generale è l'obiettivo finale. Nessuna delle terapie fino ad oggi sperimentate combina tutte le caratteristiche - efficacia, sicurezza, specificità, bassi costi ed applicabilità alla popolazione generale - richieste per la prevenzione primaria. Essendo GAD65 il maggiore autoantigene umano associato con il T1DM, gli studi di induzione della tolleranza orale con la somministrazione di questa proteina sono estremamente significativi. A causa degli alti costi di produzione di GAD65 ricombinante umana (hGAD65), questi studi sono praticamente non proponibili. Piante transgeniche esprimenti l'autoantigene potrebbero essere di valido aiuto in quanto abbasserebbero notevolmente i costi di produzione e potrebbero essere usate direttamente nella prevenzione primaria in quanto impiegabili come alimento da ingerire fresco nella dieta, evitando l'uso di procedure costosissime di purificazione proteica. Risultati di un nostro recentissimo lavoro dimostrano che è possibile esprimere nelle piante transgeniche la hGAD65 immunoreattiva ed enzimaticamente attiva. L'autoantigene umano si localizzava nei tilacoidi dei cloroplasti e nei mitocondri. I livelli di espressione di hGAD65 da noi osservati, pur essendo in linea con quelli ottenuti con altre proteine ricombinanti localizzate nelle membrane, non sono risultati adeguati per pianificare studi di tolleranza orale nel modello animale a nostra disposizione. L'obiettivo di questo progetto di ricerca è quello di ottimizzare il livello di espressione della hGAD65 immunerattiva in planta tramite due approcci alternativi: localizzazione nel citosol o ritenzione nel reticolo endoplasmatico. L'eventuale effetto sul metabolismo vegetale dell'espressione di alti livelli di hGAD65 enzimaticamente attiva sarà approfonditamente analizzato. Le piante transgeniche verranno utilizzate per studi di tolleranza orale nel modello animale allo scopo di prevenire il diabete autoimmune.